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1. Premessa. La lettura dei repertori di giurisprudenza consente di affermare che la Corte di cassazione è stata, negli ultimi anni, sin troppo spesso chiamata ad esprimersi sull’applicabilità, nelle fattispecie più disparate, del cd. “foro del consumatore”. Il segnale non è dei più rassicuranti, vuoi perché la ricorrente invocazione, da parte dei difensori, della violazione dell’art. 33, comma 2, lett. u), d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206 discende, con ogni evidenza, da un difettoso dettato normativo e si presta ad un uso (legittimo ma) distorto, traducendosi in un comodo espediente per consentire alla parte che sa di aver torto di allontanare nel tempo la sentenza di condanna. . .