Informativa sul trattamento dei dati personali (ai sensi dell’art. 13 Regolamento UE 2016/679)
La vigente normativa in materia di trattamento dei dati personali definita in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento UE 2016/679 del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (Regolamento generale sulla protezione dei dati, di seguito “Regolamento Privacy UE”) contiene disposizioni dirette a garantire che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, con particolare riguardo al diritto alla protezione dei dati personali.
Finalità del Trattamento e base giuridica
Il trattamento dei dati personali è finalizzato a:
– fornire il servizio e/o prodotto richiesto dall’utente, per rispondere ad una richiesta dell’utente, e per assicurare e gestire la partecipazione a manifestazioni e/o promozioni a cui l’utente ha scelto di aderire (richiesta e acquisto abbonamento periodici; richiesta e acquisto libri; servizio di fatturazione; invio periodici in abbonamento postale, invio newsletter rivolte a studiosi e professionisti).
– inviare newsletter promozionale di pubblicazioni a chi ne ha fatto richiesta; ferma restando la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali invii in qualsiasi momento.
– inviare all’utente informazioni promozionali riguardanti servizi e/o prodotti della Società di specifico interesse professionale ed a mandare inviti ad eventi della Società e/o di terzi; resta ferma la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali comunicazioni in qualsiasi momento.
– gestire dati indispensabili per espletare l’attività della società: clienti, fornitori, dipendenti, autori. Pacini Editore srl tratta i dati personali dell’utente per adempiere a obblighi derivanti da legge, regolamenti e/o normativa comunitaria.
– gestire i siti web e le segreterie scientifiche per le pubblicazioni periodiche in ambito medico-giuridico rivolte a studiosi e professionisti;
Conservazione dei dati
Tutti i dati di cui al successivo punto 2 verranno conservati per il tempo necessario al fine di fornire servizi e comunque per il raggiungimento delle finalità per le quali i dati sono stati raccolti, e in ottemperanza a obblighi di legge. L’eventuale trattamento di dati sensibili da parte del Titolare si fonda sui presupposti di cui all’art. 9.2 lett. a) del GDPR.
Il consenso dell’utente potrà essere revocato in ogni momento senza pregiudicare la liceità dei trattamenti effettuati prima della revoca.
Tipologie di dati personali trattati
La Società può raccogliere i seguenti dati personali forniti volontariamente dall’utente:
nome e cognome dell’utente,
il suo indirizzo di domicilio o residenza,
il suo indirizzo email, il numero di telefono,
la sua data di nascita,
i dettagli dei servizi e/o prodotti acquistati.
La raccolta può avvenire quando l’utente acquista un nostro prodotto o servizio, quando l’utente contatta la Società per informazioni su servizi e/o prodotti, crea un account, partecipa ad un sondaggio/indagine. Qualora l’utente fornisse dati personali di terzi, l’utente dovrà fare quanto necessario perchè la comunicazione dei dati a Pacini Editore srl e il successivo trattamento per le finalità specificate nella presente Privacy Policy avvengano nel rispetto della normativa applicabile, (l’utente prima di dare i dati personali deve informare i terzi e deve ottenere il consenso al trattamento).
La Società può utilizzare i dati di navigazione, ovvero i dati raccolti automaticamente tramite i Siti della Società. Pacini editore srl può registrare l’indirizzo IP (indirizzo che identifica il dispositivo dell’utente su internet), che viene automaticamente riconosciuto dal nostro server, pe tali dati di navigazione sono utilizzati al solo fine di ottenere informazioni statistiche anonime sull’utilizzo del Sito .
La società utilizza i dati resi pubblici (ad esempio albi professionali) solo ed esclusivamente per informare e promuovere attività e prodotti/servizi strettamente inerenti ed attinenti alla professione degli utenti, garantendo sempre una forte affinità tra il messaggio e l’interesse dell’utente.
Trattamento dei dati
A fini di trasparenza e nel rispetto dei principi enucleati dall’art. 12 del GDPR, si ricorda che per “trattamento di dati personali” si intende qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l’ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la strutturazione, la conservazione, l’adattamento o la modifica, l’estrazione, la consultazione, l’uso, la comunicazione mediante trasmissione, diffusione o qualsiasi altra forma di messa a disposizione, il raffronto o l’interconnessione, la limitazione, la cancellazione o la distruzione. Il trattamento dei dati personali potrà effettuarsi con o senza l’ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati e comprenderà, nel rispetto dei limiti e delle condizioni posti dal GDPR, anche la comunicazione nei confronti dei soggetti di cui al successivo punto 7.
Modalità del trattamento dei dati: I dati personali oggetto di trattamento sono:
trattati in modo lecito e secondo correttezza da soggetti autorizzati all’assolvimento di tali compiti, soggetti identificati e resi edotti dei vincoli imposti dal GDPR;
raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, e utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
esatti e, se necessario, aggiornati;
pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o successivamente trattati;
conservati in una forma che consenta l’identificazione dell’interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati;
trattati con il supporto di mezzi cartacei, informatici o telematici e con l’impiego di misure di sicurezza atte a garantire la riservatezza del soggetto interessato cui i dati si riferiscono e ad evitare l’indebito accesso a soggetti terzi o a personale non autorizzato.
Natura del conferimento
Il conferimento di alcuni dati personali è necessario. In caso di mancato conferimento dei dati personali richiesti o in caso di opposizione al trattamento dei dati personali conferiti, potrebbe non essere possibile dar corso alla richiesta e/o alla gestione del servizio richiesto e/o alla la gestione del relativo contratto.
Comunicazione dei dati
I dati personali raccolti sono trattati dal personale incaricato che abbia necessità di averne conoscenza nell’espletamento delle proprie attività. I dati non verranno diffusi.
Diritti dell’interessato.
Ai sensi degli articoli 15-20 del GDPR l’utente potrà esercitare specifici diritti, tra cui quello di ottenere l’accesso ai dati personali in forma intelligibile, la rettifica, l’aggiornamento o la cancellazione degli stessi. L’utente avrà inoltre diritto ad ottenere dalla Società la limitazione del trattamento, potrà inoltre opporsi per motivi legittimi al trattamento dei dati. Nel caso in cui ritenga che i trattamenti che Lo riguardano violino le norme del GDPR, ha diritto a proporre reclamo all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ai sensi dell’art. 77 del GDPR.
Titolare e Responsabile per la protezione dei dati personali (DPO)
Titolare del trattamento dei dati, ai sensi dell’art. 4.1.7 del GDPR è Pacini Editore Srl., con sede legale in 56121 Pisa, Via A Gherardesca n. 1.
Per esercitare i diritti ai sensi del GDPR di cui al punto 6 della presente informativa l’utente potrà contattare il Titolare e potrà effettuare ogni richiesta di informazione in merito all’individuazione dei Responsabili del trattamento, Incaricati del trattamento agenti per conto del Titolare al seguente indirizzo di posta elettronica: privacy@pacinieditore.it. L’elenco completo dei Responsabili e le categorie di incaricati del trattamento sono disponibili su richiesta.
Ai sensi dell’art. 13 Decreto Legislativo 196/03 (di seguito D.Lgs.), si informano gli utenti del nostro sito in materia di trattamento dei dati personali.
Quanto sotto non è valido per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i link presenti sul nostro sito.
Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è Pacini Editore Srl, che ha sede legale in via Gherardesca 1, 56121 Pisa.
Luogo e finalità di trattamento dei dati
I trattamenti connessi ai servizi web di questo sito hanno luogo prevalentemente presso la predetta sede della Società e sono curati solo da dipendenti e collaboratori di Pacini Editore Srl nominati incaricati del trattamento al fine di espletare i servizi richiesti (fornitura di volumi, riviste, abbonamenti, ebook, ecc.).
I dati personali forniti dagli utenti che inoltrano richieste di servizi sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.
L’inserimento dei dati personali dell’utente all’interno di eventuali maling list, al fine di invio di messaggi promozionali occasionali o periodici, avviene soltanto dietro esplicita accettazione e autorizzazione dell’utente stesso.
Comunicazione dei dati
I dati forniti dagli utenti non saranno comunicati a soggetti terzi salvo che la comunicazione sia imposta da obblighi di legge o sia strettamente necessario per l’adempimento delle richieste e di eventuali obblighi contrattuali.
Gli incaricati del trattamento che si occupano della gestione delle richieste, potranno venire a conoscenza dei suoi dati personali esclusivamente per le finalità sopra menzionate.
Nessun dato raccolto sul sito è oggetto di diffusione.
Tipi di dati trattati
Dati forniti volontariamente dagli utenti
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di posta elettronica agli indirizzi indicati su questo sito comporta la successiva acquisizione dell’indirizzo del mittente, necessario per rispondere alle richieste, nonché degli eventuali altri dati personali inseriti nella missiva.
Facoltatività del conferimento dei dati
Salvo quanto specificato per i dati di navigazione, l’utente è libero di fornire i dati personali per richiedere i servizi offerti dalla società. Il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ottenere il servizio richiesto.
Modalità di trattamento dei dati
I dati personali sono trattati con strumenti manuali e automatizzati, per il tempo necessario a conseguire lo scopo per il quale sono stati raccolti e, comunque per il periodo imposto da eventuali obblighi contrattuali o di legge.
I dati personali oggetto di trattamento saranno custoditi in modo da ridurre al minimo, mediante l’adozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.
Diritti degli interessati
Ai soggetti cui si riferiscono i dati spettano i diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 che riportiamo di seguito:
1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L’interessato ha diritto di ottenere informazioni:
a) sull’origine dei dati personali;
b) sulle finalità e modalità del trattamento;
c) sulla logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) sugli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) sui soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.
3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Dati degli abbonati
I dati relativi agli abbonati sono trattati nel rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196 e adeguamenti al Regolamento UE GDPR 2016 (General Data Protection Regulation) a mezzo di elaboratori elettronici ad opera di soggetti appositamente incaricati. I dati sono utilizzati dall’editore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi dell’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003, in qualsiasi momento è possibile consultare, modificare o cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo al Titolare del Trattamento: Pacini Editore Srl – Via A. Gherardesca 1 – 56121 Pisa. Per ulteriori approfondimenti fare riferimento al sito web http://www.pacinieditore.it/privacy/
Subscriber data
Subscriber data are treated according to Italian law in DLgs, 30 June 2003, n. 196 as updated with the UE General Data Protection Regulation 2016 – by means of computers operated by specifically responsible personnel. These data are used by the Publisher to mail this publication. In accordance with Art. 7 of the above mentioned DLgs, 30 June 2003, n. 196, subscribers can, at any time, view, change or delete their personal data or withdraw their use by writing to Pacini Editore S.r.L. – Via A. Gherardesca 1, 56121 Ospedaletto (Pisa), Italy. For further information refer to the website: http://www.pacinieditore.it/privacy/
Cookie
Che cos’è un cookie e a cosa serve?
Un cookie e una piccola stringa di testo che un sito invia al browser e salva sul tuo computer quando visiti dei siti internet. I cookie sono utilizzati per far funzionare i siti web in maniera più efficiente, per migliorarne le prestazioni, ma anche per fornire informazioni ai proprietari del sito.
Che tipo di cookie utilizza il nostro sito e a quale scopo? Il nostro sito utilizza diversi tipi di cookie ognuno dei quali ha una funzione specifica, come indicato di seguito:
TIPI DI COOKIE
Cookie di navigazione
Questi cookie permettono al sito di funzionare correttamente sono usati per raccogliere informazioni su come i visitatori usano il sito. Questa informazione viene usata per compilare report e aiutarci a migliorare il sito. I cookie raccolgono informazioni in maniera anonima, incluso il numero di visitatori del sito, da dove i visitatori sono arrivati e le pagine che hanno visitato.
Cookie Analitici
Questi cookie sono utilizzati ad esempio da Google Analytics per elaborare analisi statistiche sulle modalità di navigazione degli utenti sul sito attraverso i computer o le applicazioni mobile, sul numero di pagine visitate o il numero di click effettuati su una pagina durante la navigazione di un sito.
Questi cookie sono utilizzati da società terze. L’uso di questi cookie normalmente non implica il trattamento di dati personali. I cookie di terze parti derivano da annunci di altri siti, ad esempio messaggi pubblicitari, presenti nel sito Web visualizzato. Possono essere utilizzati per registrare l’utilizzo del sito Web a scopo di marketing.
Come posso disabilitare i cookie?
La maggior parte dei browser (Internet Explorer, Firefox, etc.) sono configurati per accettare i cookie. Tuttavia, la maggior parte dei browser permette di controllare e anche disabilitare i cookie attraverso le impostazioni del browser. Ti ricordiamo però che disabilitare i cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del sito e/o limitare il servizio offerto.
Per avere maggiori informazioni
l titolare del trattamento è Pacini Editore Srl con sede in via della Gherardesca n 1 – Pisa.
Potete scrivere al responsabile del trattamento Responsabile Privacy, al seguente indirizzo email rlenzini@pacinieditore.it per avere maggiori informazioni e per esercitare i seguenti diritti stabiliti dall’art. 7, D. lgs 196/2003: (i) diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali riguardanti l’interessato e la loro comunicazione, l’aggiornamento, la rettificazione e l’integrazione dei dati, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge; (ii) diritto di ottenere gli estremi identificativi del titolare nonché l’elenco aggiornato dei responsabili e di tutti i soggetti cui i suoi dati sono comunicati; (iii) diritto di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei dati relativi all’interessato, a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazioni commerciali.
Per modificare le impostazioni, segui il procedimento indicato dai vari browser che trovi alle voci “Opzioni” o “Preferenze”.
Per saperne di più riguardo ai cookie leggi la normativa.
RIFLESSIONI A MARGINE DELLE LINEE GUIDA IN PUNTO DI MEDIAZIONE DELEGATA DAL GIUDICE SECONDO LA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI
L’ordinanza in commento è di particolare interesse in quanto, nel rinviare le parti in mediazione, si occupa di fissare una sorta di vademecum in tema di mediazione delegata dal giudice, cogliendo l’occasione anche per fare il punto sul tema mediante espresso richiamo a molti degli orientamenti maturati negli ultimi anni in materia.
L’ordinanza in parola aspira quindi, chiaramente, a divenire una sorta di linea guida della corte napoletana per i casi in cui deciderà di ricorrere allo strumento in parola. Senza pretesa di completezza, ed al solo fine di effettuarne una prima lettura a caldo, si prova a condividere qui alcune riflessioni.
La Corte d’appello di Napoli affida esplicitamente alla mediazione delegata dal giudice una chiara funzione deflativa del contenzioso in previsione del tempi lunghi per la definizione del giudizio, stante il carico di cause pendenti presso l’ufficio giudiziario medesimo, mostrando così di voler probabilmente investire in modo seriale sulla stessa.
A tal fine, i giudici napoletani effettuano alcune raccomandazioni e puntualizzazioni, con il chiaro ed evidente obiettivo di incentivare le parti a servirsi fattivamente dell’istituto, cogliendo un’occasione, in sostanza, per tentare di raggiungere una soluzione conciliativa secondo metodologie diverse da quelle tipiche dei rimedi avversariali, ricordando nel contempo alcuni benefici ed agevolazioni previste per la mediazione e, tuttavia, richiamando anche i meccanismi sanzionatori che il d.lgs. 28/2010 prevede in considerazione del fatto che il giudice, oltre a valutare il comportamento delle parti nel corso del processo, può considerare anche quello tenuto in mediazione, in rapporto all’esito del giudizio pendente avanti a sé.
Il primo profilo che viene acclarato dall’ordinanza è relativo al fatto che la mediazione delegata dal giudice, dopo la novella apportata nel 2013 dal c.d. “decreto del fare”, non è più semplicemente un procedimento che può essere attivato su invito del giudice, che ravvisa nella controversia sottoposta al suo giudizio caratteristiche tali da poter essere eventualmente risolta anche per quella via, ma è qualcosa che, se il giudice ritiene possa essere tentato “valutata la natura della causa, lo stato dell’istruzione e il comportamento delle parti”, viene ora “disposto” dal giudicante: non si tratta dunque più di un mero invito, ma di un vero e proprio obbligo per le parti, se il giudice reputa di percorrere anche questa strada.
In tal senso, l’ordinanza in commento è molto chiara e netta nel ricordare questo principio, precisando che la mediazione delegata dal giudice diventa così condizione di procedibilità della domanda giudiziale per espressa scelta del giudicante e ciò, si badi bene, anche nei casi in cui la controversia non verta affatto in alcuna delle materie per le quali essa è prevista come obbligatoria ai sensi dell’art. 5, comma 1 bis, d. lgs. 28/2010. Anzi, addirittura è possibile che, per questa via, la condizione di procedibilità della domanda sia imposta per scelta del giudice anche in secondo grado, con la peculiarità di pervenire ad una forma di giurisdizione condizionata anche allorché la domanda in origine non prevedesse affatto un simile meccanismo.
A sottolineare il carattere obbligatorio della mediazione imposta dal giudice, l’ordinanza in parola richiama anche una serie di orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia, su cui deve essere brevemente soffermata l’attenzione in quanto essi tratteggiano una specie particolare di mediazione “obbligatoria”, che la qualifica come sui generis rispetto a quella prevista per determinate materie dall’art. 5, co. 1 bis d.lgs. 28/2010: tale puntualizzazione è importante, perché si assiste invece alla tendenza ad una lettura acritica di dette decisioni, volta a cercare di estendere tout court tali arrêtes anche alla mediazione obbligatoria ex art. 5 co. 1 bis, la quale ha invece natura differente.
Precisamente, è riferibile solo alla mediazione delegata dal giudice il rilievo secondo il quale il primo incontro informativo di mediazione – volto a sondare la volontà delle parti di aderire o meno alla stessa – è superfluo e che la condizione di procedibilità è soddisfatta soltanto entrando effettivamente in mediazione con la partecipazione personale delle parti, con l’avvertimento che la nomina di un procuratore speciale [che non dovrebbe coincidere con il difensore, il quale ha soltanto un ruolo di assistenza, nella logica dell’istituto: Trib. Vasto 9 marzo 2015, Trib. Pavia 9 marzo 2015, Tribunale di Ferrara, 28.7.2016] deve rimanere qualcosa di strettamente eccezionale [cfr. T. Milano, 7.5.2015, Trib. Pavia, 1-1-2015. ex multis, Trib. Palermo, Ord. 16.06.14; Trib. Roma, Ord. 30.06.14; Trib. Firenze, Ord. 26.11.14; Trib. Siracusa, Ord. 17.01.15, Trib. Vasto, Sent. 9.03.2015].
La ratio di tale orientamento, che appare condivisibile, si coglie pensando che, nel caso della mediazione delegata dal giudice, la valutazione se le parti debbano o meno entrare in mediazione è stata già effettuata dal giudicante, il quale ha soppesato le caratteristiche del caso concreto per addivenire a tale scelta, di talché non può concettualmente residuare alcuno spazio per una successiva adesione o meno ad opera delle parti a quella che è una vera e propria disposizione del giudice [cfr., in termini, App. Milano, 10.05.2017, secondo la quale sussiste l’improcedibilità della domanda allorquando le parti del procedimento di mediazione, in attuazione dell’ordinanza emessa dal giudice di invito alla mediazione delegata, siano comparse dinanzi all’Organismo di mediazione ed abbiano concordemente dichiarato di non volersi avvalere della suddetta procedura, giacché, in tale ipotesi, la condotta delle parti svuota di ogni contenuto sostanziale e funzionale lo stesso procedimento mediatorio, degradando a mero adempimento burocratico quella che dovrebbe essere un’occasione utile per ricercare una soluzione extragiudiziale dell’insorta controversia].
Cosa, questa, che non accade invece nel caso della mediazione obbligatoria “classica”, ossia per controversie che vertono su determinate materie definite dall’art. 5 d. lgs. 28/2010, considerato che in tale ambito vi è soltanto una mera ponderazione in astratto circa l’opportunità di intraprendere la strada della mediazione, operata dal legislatore esclusivamente in ragione delle qualità generali della tipologia di contenzioso e non della controversia concreta (e cioè che si tratti di materie dove ha senso intervenire in funzione deflativa del contenzioso o in cui è probabile che le parti, a prescindere dalla lite in corso, debbano ancora avere a che fare in futuro: come nel caso delle controversie in tema di successione, condominio, o concernenti rapporti di durata, come le locazioni, ad es.). Per tale motivo, nel caso della mediazione obbligatoria ex lege ed a differenza di quella delegata dal giudice, sembra maggiormente condivisibile l’orientamento secondo il quale la condizione si considera assolta con la partecipazione sì della parte (e meglio se personalmente, ndr), ma solo al primo incontro informativo [conf. T. Treviso 25.5.2017, che ammette come utile a tal fine anche la procura conferita al legale, peraltro: aspetto che a parere di chi scrive rimane critico, poiché è indubbio che la mediazione, per funzionare ed avere qualche chance di successo, richieda di preferenza la presenza personale delle parti].
La corte napoletana coglie, poi, l’occasione, anche per rammentare un importante principio in tema di presunto danno erariale cagionato dalla p.a. che decida di aderire alla mediazione, rassicurando che così non è affatto e che, anzi, la soluzione conciliativa può essere economicamente assai più conveniente del contenzioso. Anche in questo caso, non si fa altro che riprendere un orientamento di merito, il quale nel rinvenire l’origine di tale erronea convinzione in una lettura distorta di una circolare dell’Agenzia delle Entrate (la n. 9 del 10.08.2012), ha invece enunciato che se la legge impone degli obblighi a tutti i soggetti giuridici, senza alcuna eccezione per gli enti pubblici, non è certo il loro assolvimento, ma, al limite, la loro evasione, a poter astrattamente generare, in capo all’autore della scelta, una responsabilità di natura erariale [cfr. T. Roma, 15.12.2015]; e, sempre la stessa giurisprudenza, rammenta che, del resto, anche la mera attività di stipula di una transazione è pacificamente ritenuta compatibile con l’attività della p.a., sicché non si vede perché non possa esserlo anche un accordo raggiunto eventualmente a seguito di mediazione [cfr. Corte Conti, sez. contr. Lombardia, n. 17 gennaio 2008, n. 28 e 17 dicembre 2009, n. 1116; ibidem: sez. contr. Piemonte, n. 28 febbraio 2012, n. 20]-
Per il resto, l’ordinanza, si limita infine a richiamare quelle disposizioni del d. lgs. 28/2010 che più possono raccordare il momento della mediazione ed il comportamento che in essa le parti tengono con quello del giudizio vero e proprio, sia per il caso di raggiunta conciliazione, sia di suo fallimento, dando anche importanti spunti operativi che indicano come procedere nelle due ipotesi.
In particolare, in tale prospettiva, è rammentato il meccanismo della proposta conciliativa, che introduce la fare c.d aggiudicativa, a torto di fatto respinto nella prassi dagli stessi mediatori e dunque scarsamente utilizzato e che, invece, se adoperato cum grano salis, e cioè solo come extrema ratio in caso di fallimento della c.d. mediazione facilitativa, potrebbe effettivamente contribuire a dare slancio all’istituto.
A tal riguardo, però, si evidenzia nell’ordinanza in commento una nota forse un poco eccentrica rispetto alla logica interna all’istituto della mediazione, seppur comprensibile alla luce della diversa prospettiva del giudice nella mediazione dallo stesso delegata: ossia, il riferimento alla necessità di depositare una nota che informi sull’esito del procedimento di mediazione, allegandone il relativo verbale, ed eventualmente esplicitando anche la propria proposta conciliativa.
La previsione solleva qualche perplessità – beninteso, nella prospettiva dell’assetto normativo e concettuale proprio della mediazione – perché il procedimento in parola, per legge, è coperto da riservatezza e, pertanto, anzitutto ben può essere che lo stesso verbale di mediazione rechi pochi dati; in ogni caso, comunque, suscita qualche dubbio l’imposizione del giudice alle parti di rompere il vincolo della riservatezza di quanto è stato detto nel contesto della mediazione per fornirgli alcuni dati.
Per tentare di rinvenire una sorta di bussola per orientarsi, è allora utile ricordare che un orientamento di merito ha chiarito che la riservatezza nella mediazione copre il merito della lite e non gli atti di svolgimento del procedimento (con la conseguenza che, ad es., il rifiuto di proseguire nella mediazione deve essere verbalizzato, affinché il giudice possa trarne le valutazioni del caso ai sensi dell’art. 8, comma 4bis, d.lgs. n. 28 del 2010 e di modo che il giudice possa desumere argomenti di prova: cfr. Trib. Roma 25.1.2016); ma è evidente che la linea di confine tra ciò che concerne il mero svolgimento del procedimento e le ragioni nel merito che possono spingere una parte a rifiutare una proposta o ad abbandonare il tavolo della mediazione è molto labile, tanto che (non a caso) è stato anche chiarito che, ad es., il giustificato motivo di rifiuto nel proseguire la mediazione deve essere esplicitato solo “in presenza di ragioni ostative formali/procedurali” [v. sempre Trib. Roma 25-1-2016].
Se così è, però, non appare allora pienamente condivisibile quell’indirizzo che impone alle parti di comunicare l’esito della mediazione con nota da depositare in Cancelleria prima dell’udienza, nota che dovrà contenere, con dovizia di dettagli, “informazioni in merito all’eventuale mancata partecipazione delle parti personalmente senza giustificato motivo; agli eventuali impedimenti di natura pregiudiziale che abbiano impedito l’effettivo avvio del procedimento di mediazione; nonché infine, con riferimento al regolamento delle spese processuali, ai motivi del rifiuto dell’eventuale proposta di conciliazione formulata dal mediatore” [così ad es. anche T. Siracusa 17.01.2015]: e questo perché, oltre a vanificare la regola di riservatezza imposta dall’art. 9 d. lgs. 28/2010, imponendo di rivelare dati che attingono giocoforza anche al merito della trattativa, rischia di porre sin dal principio una pesante ipoteca sulla riuscita stessa della mediazione, essendo evidente che le parti saranno indotte ad essere reticenti per timore che qualcosa possa trapelare in sede giudiziale.