per Sergio Chiarloni

Di Alberto Ronco -
Lo vedo arrivare sulla bicicletta nera, che appoggia al muro e chiude velocemente con un vecchio lucchetto. Mancano tre minuti all’ora del nostro appuntamento. Come sempre è puntuale. Negli ultimi anni arriva a piedi, con le mani dietro la schiena, il passo stanco, ma ancora sicuro. E puntualissimo. Parliamo camminando. Quando pensa, quando discorre, quando scrive, è come se scendesse qualche gradino da un cielo più alto: un filosofo che si trova a fare due conti con il diritto. Vado a trovarlo nella sua casa in collina. La prima volta porto dei fiori per la signora e per tutti un vassoio di paste. Sono così emozionato che a poche centinaia di metri devo fermare la moto, stare qualche . . .