Informativa sul trattamento dei dati personali (ai sensi dell’art. 13 Regolamento UE 2016/679)
La vigente normativa in materia di trattamento dei dati personali definita in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento UE 2016/679 del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (Regolamento generale sulla protezione dei dati, di seguito “Regolamento Privacy UE”) contiene disposizioni dirette a garantire che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, con particolare riguardo al diritto alla protezione dei dati personali.
Finalità del Trattamento e base giuridica
Il trattamento dei dati personali è finalizzato a:
– fornire il servizio e/o prodotto richiesto dall’utente, per rispondere ad una richiesta dell’utente, e per assicurare e gestire la partecipazione a manifestazioni e/o promozioni a cui l’utente ha scelto di aderire (richiesta e acquisto abbonamento periodici; richiesta e acquisto libri; servizio di fatturazione; invio periodici in abbonamento postale, invio newsletter rivolte a studiosi e professionisti).
– inviare newsletter promozionale di pubblicazioni a chi ne ha fatto richiesta; ferma restando la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali invii in qualsiasi momento.
– inviare all’utente informazioni promozionali riguardanti servizi e/o prodotti della Società di specifico interesse professionale ed a mandare inviti ad eventi della Società e/o di terzi; resta ferma la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali comunicazioni in qualsiasi momento.
– gestire dati indispensabili per espletare l’attività della società: clienti, fornitori, dipendenti, autori. Pacini Editore srl tratta i dati personali dell’utente per adempiere a obblighi derivanti da legge, regolamenti e/o normativa comunitaria.
– gestire i siti web e le segreterie scientifiche per le pubblicazioni periodiche in ambito medico-giuridico rivolte a studiosi e professionisti;
Conservazione dei dati
Tutti i dati di cui al successivo punto 2 verranno conservati per il tempo necessario al fine di fornire servizi e comunque per il raggiungimento delle finalità per le quali i dati sono stati raccolti, e in ottemperanza a obblighi di legge. L’eventuale trattamento di dati sensibili da parte del Titolare si fonda sui presupposti di cui all’art. 9.2 lett. a) del GDPR.
Il consenso dell’utente potrà essere revocato in ogni momento senza pregiudicare la liceità dei trattamenti effettuati prima della revoca.
Tipologie di dati personali trattati
La Società può raccogliere i seguenti dati personali forniti volontariamente dall’utente:
nome e cognome dell’utente,
il suo indirizzo di domicilio o residenza,
il suo indirizzo email, il numero di telefono,
la sua data di nascita,
i dettagli dei servizi e/o prodotti acquistati.
La raccolta può avvenire quando l’utente acquista un nostro prodotto o servizio, quando l’utente contatta la Società per informazioni su servizi e/o prodotti, crea un account, partecipa ad un sondaggio/indagine. Qualora l’utente fornisse dati personali di terzi, l’utente dovrà fare quanto necessario perchè la comunicazione dei dati a Pacini Editore srl e il successivo trattamento per le finalità specificate nella presente Privacy Policy avvengano nel rispetto della normativa applicabile, (l’utente prima di dare i dati personali deve informare i terzi e deve ottenere il consenso al trattamento).
La Società può utilizzare i dati di navigazione, ovvero i dati raccolti automaticamente tramite i Siti della Società. Pacini editore srl può registrare l’indirizzo IP (indirizzo che identifica il dispositivo dell’utente su internet), che viene automaticamente riconosciuto dal nostro server, pe tali dati di navigazione sono utilizzati al solo fine di ottenere informazioni statistiche anonime sull’utilizzo del Sito .
La società utilizza i dati resi pubblici (ad esempio albi professionali) solo ed esclusivamente per informare e promuovere attività e prodotti/servizi strettamente inerenti ed attinenti alla professione degli utenti, garantendo sempre una forte affinità tra il messaggio e l’interesse dell’utente.
Trattamento dei dati
A fini di trasparenza e nel rispetto dei principi enucleati dall’art. 12 del GDPR, si ricorda che per “trattamento di dati personali” si intende qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l’ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la strutturazione, la conservazione, l’adattamento o la modifica, l’estrazione, la consultazione, l’uso, la comunicazione mediante trasmissione, diffusione o qualsiasi altra forma di messa a disposizione, il raffronto o l’interconnessione, la limitazione, la cancellazione o la distruzione. Il trattamento dei dati personali potrà effettuarsi con o senza l’ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati e comprenderà, nel rispetto dei limiti e delle condizioni posti dal GDPR, anche la comunicazione nei confronti dei soggetti di cui al successivo punto 7.
Modalità del trattamento dei dati: I dati personali oggetto di trattamento sono:
trattati in modo lecito e secondo correttezza da soggetti autorizzati all’assolvimento di tali compiti, soggetti identificati e resi edotti dei vincoli imposti dal GDPR;
raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, e utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
esatti e, se necessario, aggiornati;
pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o successivamente trattati;
conservati in una forma che consenta l’identificazione dell’interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati;
trattati con il supporto di mezzi cartacei, informatici o telematici e con l’impiego di misure di sicurezza atte a garantire la riservatezza del soggetto interessato cui i dati si riferiscono e ad evitare l’indebito accesso a soggetti terzi o a personale non autorizzato.
Natura del conferimento
Il conferimento di alcuni dati personali è necessario. In caso di mancato conferimento dei dati personali richiesti o in caso di opposizione al trattamento dei dati personali conferiti, potrebbe non essere possibile dar corso alla richiesta e/o alla gestione del servizio richiesto e/o alla la gestione del relativo contratto.
Comunicazione dei dati
I dati personali raccolti sono trattati dal personale incaricato che abbia necessità di averne conoscenza nell’espletamento delle proprie attività. I dati non verranno diffusi.
Diritti dell’interessato.
Ai sensi degli articoli 15-20 del GDPR l’utente potrà esercitare specifici diritti, tra cui quello di ottenere l’accesso ai dati personali in forma intelligibile, la rettifica, l’aggiornamento o la cancellazione degli stessi. L’utente avrà inoltre diritto ad ottenere dalla Società la limitazione del trattamento, potrà inoltre opporsi per motivi legittimi al trattamento dei dati. Nel caso in cui ritenga che i trattamenti che Lo riguardano violino le norme del GDPR, ha diritto a proporre reclamo all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ai sensi dell’art. 77 del GDPR.
Titolare e Responsabile per la protezione dei dati personali (DPO)
Titolare del trattamento dei dati, ai sensi dell’art. 4.1.7 del GDPR è Pacini Editore Srl., con sede legale in 56121 Pisa, Via A Gherardesca n. 1.
Per esercitare i diritti ai sensi del GDPR di cui al punto 6 della presente informativa l’utente potrà contattare il Titolare e potrà effettuare ogni richiesta di informazione in merito all’individuazione dei Responsabili del trattamento, Incaricati del trattamento agenti per conto del Titolare al seguente indirizzo di posta elettronica: privacy@pacinieditore.it. L’elenco completo dei Responsabili e le categorie di incaricati del trattamento sono disponibili su richiesta.
Ai sensi dell’art. 13 Decreto Legislativo 196/03 (di seguito D.Lgs.), si informano gli utenti del nostro sito in materia di trattamento dei dati personali.
Quanto sotto non è valido per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i link presenti sul nostro sito.
Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è Pacini Editore Srl, che ha sede legale in via Gherardesca 1, 56121 Pisa.
Luogo e finalità di trattamento dei dati
I trattamenti connessi ai servizi web di questo sito hanno luogo prevalentemente presso la predetta sede della Società e sono curati solo da dipendenti e collaboratori di Pacini Editore Srl nominati incaricati del trattamento al fine di espletare i servizi richiesti (fornitura di volumi, riviste, abbonamenti, ebook, ecc.).
I dati personali forniti dagli utenti che inoltrano richieste di servizi sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.
L’inserimento dei dati personali dell’utente all’interno di eventuali maling list, al fine di invio di messaggi promozionali occasionali o periodici, avviene soltanto dietro esplicita accettazione e autorizzazione dell’utente stesso.
Comunicazione dei dati
I dati forniti dagli utenti non saranno comunicati a soggetti terzi salvo che la comunicazione sia imposta da obblighi di legge o sia strettamente necessario per l’adempimento delle richieste e di eventuali obblighi contrattuali.
Gli incaricati del trattamento che si occupano della gestione delle richieste, potranno venire a conoscenza dei suoi dati personali esclusivamente per le finalità sopra menzionate.
Nessun dato raccolto sul sito è oggetto di diffusione.
Tipi di dati trattati
Dati forniti volontariamente dagli utenti
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di posta elettronica agli indirizzi indicati su questo sito comporta la successiva acquisizione dell’indirizzo del mittente, necessario per rispondere alle richieste, nonché degli eventuali altri dati personali inseriti nella missiva.
Facoltatività del conferimento dei dati
Salvo quanto specificato per i dati di navigazione, l’utente è libero di fornire i dati personali per richiedere i servizi offerti dalla società. Il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ottenere il servizio richiesto.
Modalità di trattamento dei dati
I dati personali sono trattati con strumenti manuali e automatizzati, per il tempo necessario a conseguire lo scopo per il quale sono stati raccolti e, comunque per il periodo imposto da eventuali obblighi contrattuali o di legge.
I dati personali oggetto di trattamento saranno custoditi in modo da ridurre al minimo, mediante l’adozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.
Diritti degli interessati
Ai soggetti cui si riferiscono i dati spettano i diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 che riportiamo di seguito:
1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L’interessato ha diritto di ottenere informazioni:
a) sull’origine dei dati personali;
b) sulle finalità e modalità del trattamento;
c) sulla logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) sugli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) sui soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.
3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Dati degli abbonati
I dati relativi agli abbonati sono trattati nel rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196 e adeguamenti al Regolamento UE GDPR 2016 (General Data Protection Regulation) a mezzo di elaboratori elettronici ad opera di soggetti appositamente incaricati. I dati sono utilizzati dall’editore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi dell’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003, in qualsiasi momento è possibile consultare, modificare o cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo al Titolare del Trattamento: Pacini Editore Srl – Via A. Gherardesca 1 – 56121 Pisa. Per ulteriori approfondimenti fare riferimento al sito web http://www.pacinieditore.it/privacy/
Subscriber data
Subscriber data are treated according to Italian law in DLgs, 30 June 2003, n. 196 as updated with the UE General Data Protection Regulation 2016 – by means of computers operated by specifically responsible personnel. These data are used by the Publisher to mail this publication. In accordance with Art. 7 of the above mentioned DLgs, 30 June 2003, n. 196, subscribers can, at any time, view, change or delete their personal data or withdraw their use by writing to Pacini Editore S.r.L. – Via A. Gherardesca 1, 56121 Ospedaletto (Pisa), Italy. For further information refer to the website: http://www.pacinieditore.it/privacy/
Cookie
Che cos’è un cookie e a cosa serve?
Un cookie e una piccola stringa di testo che un sito invia al browser e salva sul tuo computer quando visiti dei siti internet. I cookie sono utilizzati per far funzionare i siti web in maniera più efficiente, per migliorarne le prestazioni, ma anche per fornire informazioni ai proprietari del sito.
Che tipo di cookie utilizza il nostro sito e a quale scopo? Il nostro sito utilizza diversi tipi di cookie ognuno dei quali ha una funzione specifica, come indicato di seguito:
TIPI DI COOKIE
Cookie di navigazione
Questi cookie permettono al sito di funzionare correttamente sono usati per raccogliere informazioni su come i visitatori usano il sito. Questa informazione viene usata per compilare report e aiutarci a migliorare il sito. I cookie raccolgono informazioni in maniera anonima, incluso il numero di visitatori del sito, da dove i visitatori sono arrivati e le pagine che hanno visitato.
Cookie Analitici
Questi cookie sono utilizzati ad esempio da Google Analytics per elaborare analisi statistiche sulle modalità di navigazione degli utenti sul sito attraverso i computer o le applicazioni mobile, sul numero di pagine visitate o il numero di click effettuati su una pagina durante la navigazione di un sito.
Questi cookie sono utilizzati da società terze. L’uso di questi cookie normalmente non implica il trattamento di dati personali. I cookie di terze parti derivano da annunci di altri siti, ad esempio messaggi pubblicitari, presenti nel sito Web visualizzato. Possono essere utilizzati per registrare l’utilizzo del sito Web a scopo di marketing.
Come posso disabilitare i cookie?
La maggior parte dei browser (Internet Explorer, Firefox, etc.) sono configurati per accettare i cookie. Tuttavia, la maggior parte dei browser permette di controllare e anche disabilitare i cookie attraverso le impostazioni del browser. Ti ricordiamo però che disabilitare i cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del sito e/o limitare il servizio offerto.
Per avere maggiori informazioni
l titolare del trattamento è Pacini Editore Srl con sede in via della Gherardesca n 1 – Pisa.
Potete scrivere al responsabile del trattamento Responsabile Privacy, al seguente indirizzo email rlenzini@pacinieditore.it per avere maggiori informazioni e per esercitare i seguenti diritti stabiliti dall’art. 7, D. lgs 196/2003: (i) diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali riguardanti l’interessato e la loro comunicazione, l’aggiornamento, la rettificazione e l’integrazione dei dati, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge; (ii) diritto di ottenere gli estremi identificativi del titolare nonché l’elenco aggiornato dei responsabili e di tutti i soggetti cui i suoi dati sono comunicati; (iii) diritto di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei dati relativi all’interessato, a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazioni commerciali.
Per modificare le impostazioni, segui il procedimento indicato dai vari browser che trovi alle voci “Opzioni” o “Preferenze”.
Per saperne di più riguardo ai cookie leggi la normativa.
La lezione di prudentia nell’esercizio della giurisdizione di un giurista “aristocratico”. Renato Rordorf.
Di Vincenzo Antonio Poso -
Magistratura Giustizia Società, pubblicato in questa primavera dall’Editore Cacucci di Bari nella Collana Biblioteca di cultura giuridica, diretta da Pietro Curzio, è la raccolta di alcuni scritti di Renato Rordorf in un libro (perfettamente aderente alla filosofia del «sapere giuridico» cui si ispira la Collana), che offre due chiavi di lettura. Quella di chi vuole apprendere o approfondire alcuni temi indicati nei titoli delle quattro parti in cui il libro si divide, che passeremo in rapida rassegna (Diritti fondamentali; Giudici, leggi, società; Diritto, economia, mercati; Corte di Cassazione e nomofilachia), per affinare le sue competenze professionali. E quella di chi è curioso di comprendere, aldilà di regole, principi e tecniche del diritto, come pensa, agisce e decide il magistrato nel laboratorio della giurisdizione (anche se l’Autore ha arato campi diversi, è sempre quello dell’equilibrio e della ponderata valutazione dei casi concreti della vita e della società, con la dovuta competenza professionale e tecnica, il metodo che egli ha applicato nelle occasioni di lavoro che lo hanno visto impegnato non solo come giudice, ma anche come Commissario della Consob, di componente di varie Commissioni Ministeriali, tra le quali quella presieduta da Mario Draghi per la predisposizione del TUF, e della Commissione, da lui stesso presieduta, per la riforma del diritto della crisi dell’impresa, sfociata nella legge n. 155 del 2017, con elaborazione di varie bozze, anche con riferimento ai relativi decreti delegati; senza tralasciare l’estesa attività di studioso e di relatore a numerosi convegni e seminari e di direttore per un quadriennio della Rivista Questione Giustizia).
È una doppia chiave di lettura che ho fatto propria, non avendo specifica competenza in tutte le materie affrontate nel libro, ma è la seconda che mi ha trovato particolarmente interessato, per l’affermazione della giurisprudenza essenzialmente come arte di equilibrio e di prudenza.
La linea di continuità tra magistratura giustizia società (senza virgole di distinzione tra i sostantivi impiegati, come ha giustamente osservato Pietro Polieri nella sua recensione dal titolo “La magistratura è anche un <<faro>> sociale”, apparsa su La Gazzetta del Mezzogiorno del 21 agosto 2020) esprime il senso profondo dell’idea di giustizia e del ruolo del giudice di Renato Rordorf, per celebrare la sua funzione sacrale come in una navigazione platonica del diritto ( questa immagine, suggestiva, è sempre di Pietro Polieri, che, con notevole enfasi, definisce questo libro intenso, autentico, catartico).
Il giudice viene dalla società e alla società ritorna, in una tensione tra ideale e realtà (è questo il titolo, quanto mai appropriato, del webinar del 25 giugno 2020 organizzato, in occasione della presentazione del libro qui recensito, dal Dipartimento di diritto pubblico italiano e sovranazionale dell’Università degli Studi di Milano, nell’ambito del progetto di ricerca sull’organizzazione della magistratura).
Il tema dei diritti fondamentali è affrontato partendo dal dialogo tra Corti nazionali ed europee, nella consapevolezza che è impossibile tracciare un catalogo di questi in un contesto ordinamentale ben definito e che è sempre più difficile dirimere i possibili conflitti tra diritto sovranazionale e diritto nazionale, con criteri interpretativi mobili come i motivi imperativi di interesse generale, il margine di apprezzamento nazionale, proporzionalità ed equo bilanciamento di valori contrapposti. E per superare l’aleatorietà della tutela dei diritti fondamentali, nell’impossibilità di realizzare un sistema giurisdizionale unitario (comunque auspicabile) è di particolare interesse l’opzione dell’Autore per una forma di nomofilachia europea.
Nel conflitto tra diritto legale e diritto giurisprudenziale viene apertamente criticato l’intervento interpretativo del legislatore, tale da compromettere la funzione costituzionalmente riservata al potere giudiziario, anche se non è escluso, in via di eccezione, l’intervento in materia, ovviamente solo civile, di leggi retroattive, in base a motivi di interesse generale di difficile individuazione, con selezione e bilanciamento che spettano più alla Corte Costituzionale e alla Corte di Strasburgo, che a quella di Cassazione.
L’attenzione di Rordorf si appunta su alcuni temi, significativi, che qui possono essere solo indicati: le disuguaglianze, i beni comuni, i diritti dei disabili, la tutela degli ospiti stranieri con diritto d’asilo e protezione internazionale, il multiculturalismo, il sistema carcerario.
La parte centrale del libro è dedicata a giudici, leggi, società.
Nel delicato rapporto tra il giudice e la legge viene enfatizzata l’attività interpretativa, finalizzata all’applicazione della norma al caso concreto, con una funzione che in un certo senso si può considerare creativa, o forse meglio integrativa. L’ampliamento degli spazi interpretativi, che ha reso meno prevedibili le decisioni e si riflette, talvolta, negativamente sulla certezza del diritto, ha alimentato la diffidenza nei confronti di quello che viene percepito come «eccesso di discrezionalità interpretativa ed applicativa delle regole da parte del giudice chiamato a farle rispettare». A fronte delle tendenze a irrigidire la norma, soprattutto nel diritto dell’impresa e del lavoro, per rendere ponderabile il rischio dell’attività imprenditoriale, l’Autore ritiene che il giudice debba attrezzarsi per «svolgere in ciascuna situazione, con professionalità, scrupolo ed onestà intellettuale, quell’opera di ricognizione dei limiti entro i quali la discrezionalità interpretativa può esercitarsi…. senza provocare una rottura del quadro legale». Dalla sua concreta esperienza di esercizio della giurisdizione Rordorf ricava il compito, non agevole, del giudice che deve «saper riempire lo spazio che entro quei limiti si apre in modo argomentato e convincente, tale da lasciar ragionevolmente supporre che la medesima soluzione potrà applicarsi in futuro a casi analoghi, fin quando non si dimostri ancor più persuasivamente che ve n’è un’altra migliore».
Da qui prende le mosse l’analisi della prevedibilità ed esternazione delle decisioni giudiziarie, dove, come nella rappresentazione dell’immaginario collettivo «diritto e giustizia sembrano talvolta oscillare tra questi due poli simbolici: il labirinto e la bilancia, l’indecifrabilità e la misurabilità, lo smarrimento e l’analisi critica».
Non viene misconosciuto il valore positivo della prevedibilità e, tuttavia, si tratta pur sempre di una «prevedibilità tendenziale, e perciò relativa, destinata eventualmente a recedere di fronte alla necessità di adeguare il giudizio alle peculiarità di ciascun singolo fatto». Senza tralasciare il tema della «giustizia abitata da algoritmi», non solo predittivi, ma anche decisori, ai quali guarda con timore, l’Autore ritiene importante la << questione del modo in cui le decisioni giudiziarie sono comunicate e vengono comprese, anche all’esterno delle aule di giustizia, da quello stesso popolo in nome del quale i giudici le pronunciano». La giustizia, infatti, non è solo un fatto di pochi, di quelli coinvolti dalle singole cause, ma della collettività.
Nel rapporto tra l’equità e la legge non sfugge all’Autore che l’equità è anche una regola di giudizio, perché il precetto legale contiene in se stesso un fondamento equitativo che l’interprete deve saper ricercare ed adattare alle infinite varianti del caso concreto, così riuscendo ad estrarlo e farlo rivivere nella realtà quotidiana.
Sono poi affrontati alcuni temi specifici che qui possono essere solo accennati: il rapporto tra tempo e diritto, multiforme e ambiguo, come è il rapporto tra il tempo e la vita; l’evoluzione della responsabilità civile e i danni punitivi; la giustizia tributaria (per la quale viene invocata professionalità e competenza) ed onoraria (con una critica alla figura del giudice perennemente precario); l’indipendenza e l’imparzialità dell’arbitro (nel contesto anche del modificato art. 815 c.p.c.).
Tre di questi meritano, a mio avviso, una attenzione particolare.
La formazione dei magistrati e la funzione della Scuola Superiore della Magistratura, considerati basilari e ispirati ad ampiezza e varietà di orizzonti culturali e fortemente radicati nella cultura della giurisdizione che deve accomunare tutte le funzioni che il magistrato è chiamato a svolgere. La tutela del dissenso accostata all’associazionismo dei magistrati, nonostante la crisi del sistema correntizio, per preservare la sua funzione di pluralismo culturale e di idee e di differenti modelli della funzione giurisdizionale e del modo di esercitarla. Il ruolo del pubblico ministero, che, pur essendo parte nel processo penale e promotore delle indagini, svolge una peculiare funzione di garanzia di legalità che fanno capo all’intera comunità sociale. Il Consiglio Superiore della Magistratura, non esente da critiche nella pratica quotidiana degli ultimi anni (anche se quella di politicizzazione, con riferimento sia alla sua composizione sia alle nomine correntizie appare poco fondata), ma sempre baluardo dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, con il compito, non agevole, di trovare il «giusto punto di equilibrio tra la rigorosa predeterminazione delle regole ed il pur indispensabile esercizio della discrezionalità».
Diritto, economia, mercati è il titolo della parte terza dedicata ai temi di particolare interesse di Rordorf nei suoi studi e nella pratica professionale di magistrato, di merito e di legittimità, ma anche come civil servant nella Consob e in varie Commissioni Ministeriali.
La dialettica tra vicende economiche e regole giuridiche viene esaminata nel quadro italiano e in quello europeo, sullo sfondo della crisi economica mondiale. A chi esercita la giurisdizione spetta il compito, non facile, di trovare «il giusto punto di equilibrio tra le esigenze del mercato e delle imprese, da un lato, e l’imprescindibile tutela dei diritti individuali e collettivi, dall’altro», essendo necessario un elevato livello di specializzazione dei magistrati che operano nel settore del diritto dell’impresa, solo in parte realizzato con l’istituzione dei tribunali dell’impresa.
Le considerazioni sul mercato (si parla di fisiologia, ma anche di ideologia) sono svolte lungo tre distinte direttrici, con un artificio retorico che non nasconde la evidente connessione tra i tre diversi profili considerati dei rapporti del mercato con lo Stato, le regole e i confini nazionali.
La tutela civile del risparmio è oggetto di una approfondita analisi tecnica di quattro fattori strettamente collegati l’un con l’altro: i controlli endosocietari; i poteri della Consob, autorità pubblica di vigilanza del mercato; il controllo efficiente sugli investitori istituzionali (banche, intermediari finanziari, fondi comuni, istituti di assicurazione, ed altri); il ruolo di garanzia di ultima istanza attribuito all’autorità giudiziaria.
Il contenzioso in materia economica viene illustrato nel mosaico delle diverse competenze, para giurisdizionale e giurisdizionale, non ultima quella arbitrale; con diverse critiche, fondate, al pendolarismo normativo e alla attuazione della delega con il D.lgs. n. 14 del 2019, che non considera, nella dovuta completezza, la realizzazione della competenza professionale dei giudici, privilegiando la giustizia di prossimità, i numerosi tribunali ordinari circondariali, per i debitori sovraindebitati e per le imprese soggette a liquidazione giudiziale (ex fallimento). Più penetrante è l’analisi delle magistrature economiche, che si dipana, anche, nei rapporti tra il giudice e l’economia, il diritto e l’economia. E qui ritorna l’attenzione di Rordorf sulla competenza professionale in materia economica della magistratura, stigmatizzando il fatto che in una società, come quella italiana, che si ritiene grandemente industrializzata, mentre rimane il giudice agrario, solo da poco è stato istituito il tribunale delle imprese, peraltro con competenze limitate.
Nel contesto di questa analisi e delle proposte che ne conseguono, l’Autore si pone tre domande. Il rapporto tra diritto, legato al concetto di “giusto”, ed economia, legata al concetto di “utile”, risultando del tutto giustificato che nei discorsi sui diritti trovino spazio anche considerazioni economiche e di ragionevolezza economica. Cosa significa ragionevolezza economica e come la si misura è una domanda alla quale è difficile dare una risposta, con riferimento ai riflessi sulla regolamentazione giuridica, in termini di calcolo matematico preventivo di costi e benefici della stessa e di verificabilità empirica dei risultati economici che si assumono esserne diretta conseguenza. In un mondo dominato dal pensiero economico lo spazio che residua al diritto è fondamentale nello sforzo, costante, di realizzare quella che Rudolf Jhering definiva la «lotta per il diritto».
Completano questa parte del libro tre temi, squisitamente tecnici, in materia di società, insolvenza e crisi dell’impresa: la riforma del «codice» alla quale ha lavorato la Commissione ministeriale presieduta dallo stesso Rordorf; il codice della crisi e dell’insolvenza in tempi di pandemia; il contenzioso bancario, con riferimento ai tanti aspetti problematici; i doveri e le responsabilità degli organi di società alla luce dello stesso codice (saggio, quest’ultimo, di ampio respiro); le società pubbliche nell’incerto confine tra diritto pubblico e diritto privato.
Corte di Cassazione e nomofilachia è il tema conclusivo del libro, nella parte quarta.
Rordorf, problematicamente, si chiede a cosa serva la Corte di Cassazione, partendo dalla felice definizione di “vertice ambiguo” coniata da Michele Taruffo, prospettando le diverse soluzioni interpretative e applicative, ma con una preferenza, chiaramente esplicitata, per il ruolo nomofilattico della Corte regolatrice che decide in ultima istanza. «Di certonon v’è alcuna incompatibilità logica tra l’assicurare in ultimo grado e definitivamente la giustizia del caso singolo ed il prefigurare soluzioni giurisprudenziali destinate a operare in una molteplicità di casi futuri», ben potendosi coniugare lo ius litigatoris con lo ius constitutionis.
Nomofilachia e diritto vivente non sono concetti contrapposti, ma «costituiscono due facce della stessa medaglia di cui l’interprete deve saper vedere l’insieme: legate da una relazione dialettica in cui, lungi dall’escludersi, esse si completano a vicenda». La valorizzazione del precedente, e quindi del ruolo nomofilattico della Cassazione, secondo l’Autore, è apprezzabile non solo nell’ottica della certezza del diritto, ma anche dell’effettivo rispetto del principio di eguaglianza enunciato dall’art. 3 della Costituzione. Ma oltre alla proliferazione bulimica del legislatore, ci sono due ostacoli che mettono in discussione questo principio: l’estensione della giurisdizione amministrativa e contabile, aldilà degli interessi legittimi, che rende sempre più labili i criteri distintivi del riparto di giurisdizione; l’eccessivo numero di ricorsi presentati ogni anno alla Corte e, conseguentemente, delle sue decisioni, che rimane sempre rilevante nonostante le efficaci misure organizzative adottate nel corso degli ultimi anni. Ed è proprio per risolvere questo secondo problema che si rende necessario intervenire sul sistema delle impugnazioni, in linea di ipotesi rinforzando il giudizio di appello ed abrogando il comma settimo dell’art. 111 della Costituzione secondo cui “il ricorso per cassazione è sempre ammesso per violazione di legge”.
Di particolare attenzione è il tema del precedente, con riferimento sia alla nomofilachia, intesa in senso dinamico, sia ai principi di diritto, senza dimenticare che: «È la congruenza dei principi di diritto posti a base di una pluralità di precedenti decisioni a formare gli orientamenti consolidati di giurisprudenza di cui si alimenta il diritto vivente». Il precedente è anche questione di metodo non solo per i giudici di merito, ma anche per quelli di legittimità, perché il vincolo che ne deriva è un vincolo di sistema. E proprio per non fare della interpretazione personale un porto franco dei giudici che si trovano a decidere il caso concreto, Rordorf invita a coniugare l’etica della convinzione con l’etica della responsabilità.
In questa prospettiva viene valorizzata la funzione uniformatrice e conformatrice dell’interpretazione in via tendenziale e in forme flessibili assegnata alla giurisprudenza di legittimità.
Ci sono poi due temi specifici che qui possono essere solo accennati: il rapporto, per certi versi ambiguo, tra la Corte di Cassazione e i giudici sovranazionali, ed in particolare la Corte Europea dei diritti umani; le giurisdizioni superiori, nella prospettiva di realizzare una nomofilachia condivisa su problemi incidenti sulle stesse problematiche e la competenza della Corte di Cassazione sulle questioni relative alla giurisdizione.
Resta sullo sfondo il tema del linguaggio della Corte di Cassazione ( in gran parte comune a quello di ogni giudice e con connotati diversi rispetto al linguaggio del legislatore) che, per la funzione nomofilattica che le compete, assume una importanza particolare, anche per la vasta platea dei lettori delle sue sentenze: con alcune chiare indicazioni di stile espositivo per i giudici, con una narrazione dei fatti e una argomentazione espositiva più ristretta o più estesa a seconda che la sentenza sia essenzialmente diretta alle parti, che ben conoscono la causa che li riguarda, o propugni una soluzione interpretativa di valenza più generale che ha necessità di imporsi con una certa autorevolezza.
A lettura finita il pregio dei saggi raccolti in questo libro (che pur disseminati in tanti temi e argomenti e nonostante la divisione in quattro parti distinte portano la numerazione dei capitoli in maniera progressiva, così da dare l’idea di una trattazione sistematica, ispirata e sorretta da una << visione coerente ed unitaria del diritto e della giustizia>> come ha ben scritto Nello Rossi nella sua recensione in QuestioneGiustizia, 23 maggio 2020) è tutto nelle parole della presentazione scritte da Pietro Curzio (che della Corte di Cassazione è stato ora nominato Primo Presidente), che, nella sua esperienza in Corte e alle Sezioni Unite, dal “Maestro” ha appreso ( e, ora, con lui noi semplici lettori apprendiamo) il << punto di equilibrio tra tecnica e valori e il difficile contemperamento tra i diversi valori >>.
Con un linguaggio chiaro e asciutto (la semplicità è una complessità non risolta) «… questi saggi non si limitano ad offrirci importanti riflessioni su grandi e complesse questioni, ma ci aiutano a comprendere gli interessi e i valori in gioco, la cultura di cui le norme sono espressione, gli effetti delle possibili interpretazioni e soluzioni. Sono scritti che ci aiutano a coniugare la tecnica con quel bisogno di giustizia di cui l’Autore ci parla nell’introduzione, richiamando un bellissimo verso dei Sepolcri» in cui Ugo Foscolo menziona i tribunali tra le cose che “dier alle umane belve esser pietose di sè stesse e d’altrui”.
È per questo che Renato Rordorf ammonisce: «chi il diritto è chiamato ad applicare, deve non solo farlo con la competenza professionale acquisita attraverso gli studi di tecnica giuridica, ma anche con quella capacità di pietas che solo la sensibilità sociale e la capacità di comprendere i bisogni ed i travagli dell’umanità consentono di sviluppare».