Il giudice amministrativo e la decisione robotizzata. Quando l’algoritmo è opaco.

Di Giovanni Pesce -
1.La pubblica amministrazione che utilizza macchine intelligenti per la propria attività, quasi mai, al pari dei comuni cittadini, è nelle condizioni di conoscere nel profondo il meccanismo algoritmico, cioè la logica sottesa all’algoritmo e la sua base di conoscenza[1]. L’inaccessibilità della logica sottesa al funzionamento dell’algoritmo si riverbera sul piano procedurale sulla estrema difficoltà di rendere conoscibili i singoli passaggi sulla cui base la decisione (in questo caso, amministrativa) viene assunta dalla macchina. Come nel caso degli algoritmi che sfruttano le reti neurali, capaci di elaborare in modo autonomo le regole di funzionamento con modalità che sfuggono a. . .