L’ACCERTAMENTO DEI FATTI NEL PROCESSO DI PRIMO E SECONDO GRADO (Razionalità e ragionevolezza del processo)

Testo della relazione tenuta al XXXII Convegno dell’Associazione Italiana fra gli Studiosi del Processo Civile "Lo statuto del giudice e l’accertamento dei fatti", presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina, il 27 settembre 2019.

Di Giuseppe Miccolis -
  Premessa Il processo ha come fine la tutela dei diritti (artt. 24, 1° comma Cost., 2907, 1° comma, c.c., 99 c.p.c.) che si fondano su “fatti”. Di conseguenza il corretto accertamento dei medesimi, al pari della corretta applicazione e interpretazione della norma sostanziale da applicare ad essi, sono gli ingredienti essenziali affinché il giudice possa “sfornare” la decisione “giusta”[1]. Nonostante il fine del processo sia la tutela dei diritti, la struttura del medesimo è tutta costruita in funzione dell’accertamento dei fatti; la domanda giudiziale si fonda sui fatti costitutivi; la difesa (in senso lato) del convenuto si fonda sulla negazione dei fatti costitutivi al. . .