La Corte di cassazione e la «nomofilachia» (a proposito dell’art. 363 c.p.c.)

Lo scritto esamina criticamente il "nuovo corso" della Corte di cassazione, stretta tra l'esigenza di respingere i ricorsi e la volontà di affermare "principi di diritto" astratti, sempre più spesso applicando l'art. 363 c.p.c. sulle pronunce "nell'interesse della legge"

Di Bruno Capponi -
Sommario: 1.- Due nomofilachie, due Cassazioni. 2.- Il giusto processo e, in particolare, il principio di ragionevole durata. 3.- Il d. lgs. n. 40/2006 e il rilancio della nomofilachia. 4.- Gli equivoci alla base del d.lgs. n. 40/2006. 5.- Dai quesìti agli altri respingimenti: motivazione, contraddittorio, autosufficienza, specificità, sinteticità. 6.- Il respingimento come fenomeno generale dell’attuale amministrazione della giustizia civile e delle impugnazioni in particolare. 7.- Obiter dicta, pronunce consequenziali, sentenza-editto: la Cassazione alla ricerca di un suo proprio ruolo. 8.- Ripensare l’art. 363 c.p.c. 1.- Due nomofilachie, due Cassazioni. La terza sezione civile del. . .