“La calunnia è un venticello”. Riflessioni sul ruolo del giudice tra menzogna e verità

Di Simona Paola Bracchi -
Chi non conosce la famosa cavatina di Don Basilio[1] nell’opera rossiniana “Il Barbiere di Siviglia”[2]? “La calunnia è un venticello/Un’auretta assai gentile …”. Com’è noto, la calunnia è il reato previsto e punito dall’art. 368 c.p., che, al primo comma, recita: “Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad un’altra Autorità che a quella abbia l’obbligo di riferirne o alla Corte penale internazionale, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui tracce di un reato, è punito con la reclusione da due  a sei anni.. . .